L’anulare di nozze fra l’indice di gradimento e il pollice verso
per il gusto medio da un mignolo di qualità.
La sete degli antichi spettacoli incontra e sposa quella degli spettacoli moderni: il pollice verso che uccideva il gladiatore sconfitto nei cruenti sollazzi dell’arena, è perennemente avvinto agli apprezzamenti indirizzati ai grossolani giochi dei moderni palcoscenici, come metafora della disapprovazione da parte del sempre più raro buon gusto. L’indissolubile vincolo toglie però senso ed esecutività alla richiesta di morte, e la fiacca proposta approvata sopravvive e si perpetua, concubina della disapprovazione.
Contorsione mentale bella e buona, ma anche intreccio verbale ludico, che almeno compensa la scadente offerta di svago quotidianamente rinascente, dai piccoli o grandi schermi, dai potenti o modesti microfoni, dalle diffuse o limitate tirature.
In parole povere: che altro resta di fronte allo scadente mercato allestito per il tempo libero, con tutti e da tutti i mezzi possibili, se non illudersi e raccontarsi altro?
Così io gioco alla denuncia, con il gioco delle parole.
Amato Maria Bernabei