Parole sciatte per cantare melodie sbiadite o linee melodiche incolori per commentare delle parole banali: mutando l’ordine degli addendi la somma non cambia. Ben diverso sarebbe il risultato se la medesima operazione si potesse esprimere attraverso parole accurate per cantare melodie brillanti o linee melodiche colorite per commentare parole autentiche.
Non si pretendono liriche leopardiane ed arie mozartiane, ma almeno un minimo di creatività!
Come però le canzoni sono il pretesto per uno spettacolo ipertrofico, che sfruttando le “glorie” del palcoscenico totale e prolungandosi per ore raccolga il massimo contributo dalla pubblicità e la più larga platea di spettatori-vittime (del mercato, naturalmente), così i “versi” dei moderni menestrelli paiono a stento il pretesto per porgere pentagrammi dimessi e ripetitivi, mascherati ogni tanto da arrangiamenti ad effetto.
Non c’è chirurgia plastica che copra le rughe del sessantaquattrenne Festival sanremese, che riempie il proscenio di suggestioni e di colori, ma progressivamente smarrisce la qualità delle sue proposte canore (rammentiamo che, almeno in teoria, quello di Sanremo dovrebbe essere il “festival della canzone italiana”).
L’intenzione di questo contributo non è tanto – è meglio precisarlo subito – quella di passare al crivello il tenore delle melodie e delle armonie delle monotone canzonette, cantate, o più spesso gridate, o addirittura parlate, dai vari personaggi che la Riviera dei Fiori innalza a protagonisti, a miti, a divinità, qualunque sia la consistenza del loro valore effettivo, quanto di evidenziare i difetti di un’arte enfaticamente decantata, e povera invece di risorse, attraverso le approssimative e spesso rabberciate trame verbali delle canzonette che vengono ormai date in pasto a un pubblico sempre più privo di senso critico e proprio per questo sempre più condiscendente.
Le dita sono già troppe per contare gli spunti accettabili dei pensieri (spessissimo “pensierini”) cantati dal palcoscenico dell’Ariston.
E per quanto qualcuno si atteggi a sapiente esegeta e scriva di qualche componimento inaccettabili spunti critico-letterari (Giovanni Fighera parla di “testo ricco di suggestioni simboliche e rivelatore di una percezione esistenziale tipica della modernità” a proposito del brano Il cielo è vuoto, di Cristiano De Andrè [1], mentre Lorenzo Coveri assegna la palma di miglior testo a Invisibili, dello stesso autore, che a mio parere solo nel passo in dialetto riesce ad essere poetico [2]), le banalità e le brutture riscontrabili nei testi sanremesi sono tante, quante le gocce di un acquazzone!
Stralciamone una quantità sufficiente (da quasi ogni “capolavoro” 2014) ad avvalorare l’asserto.
Il primo che passa / si porterà via / il tuo ultimo abbraccio / la nostra vita e così sia
e penso a te su questo / su questo prato / dove una volta per te ho cantato
C’è quel vuoto che non sai, / che poi non dici / mai, che brucia nelle vene come se / il mondo è contro te / e tu non sai il perché
Risolverò / magari poco o niente / ma ci sarò / e questo è l’importante
Tanto il tempo solo lui lo sa, quando e come finirà (Controvento)
e me ne frego di quale luce sei illuminata
non posso accettare niente di meno di quello che / di quello che mi aspetto da te / ed io mi aspetto molto da te (Il cielo è vuoto)
Ti porto a cena perché / vorrei che tu mi togliessi il fiato
non tutto è stato semplice, ed anche se / nascondo il peggio è perché il meglio è andato via con te
La verità è che mi sento morire dentro (Ti porto a cena con me)
Dopo tutti questi anni che ho passato insieme a te, / na na na… na na na / ho capito che non posso allontanarmi perché / na na na… na na na
Dunque tu possiedi me / e io te, e io te
rimpiangere fa male / sorridere fa bene (L’amore possiede il bene)
Sotto la polvere c’è / della cenere in quel posacenere, quello che era / di là, che è sempre stato di là, quello che usava / papà, cosa ci fa su quel tavolo?
Un uomo è vivo quando respira (Un uomo è vivo)
Scriviam la nostra storia usando biciclette, / inseguendo la memoria su strade molto strette (Pedala)
La terra gira intorno / e segue le sue regole / mentre io giro intorno a te (Liberi o no)
Tanto ci sei / ogni volta che / la voce trema e poi / tu sei qui / di fronte a me
Nessuno può vederti a parte me / ma so che ci sei (Tanto ci sei)
Non c’è più pericolo / ora che / siamo qui
È così / sento che / oramai / siamo vivi (Bagnati dal sole [3])
Se vuoi farti sentire / non fare come me / che ho lasciato cadere / tutto ciò che un uomo è
Per me / un uomo ha il coraggio di guardarsi in faccia (Un uomo è un albero)
Non posso spiegare / un bacio crudele / non c’è ragione mai / in quello che mi fai (Un bacio crudele)
Sarà la voglia che ho di te / così lontano / come fosse uno scherzo del destino
Tu sei qui più vicino di sempre / mentre io guardo fuori la gente
Oggi sei solo meglio di ieri / il problema è domani (Così lontano)
E se la gente s’incazza / scenderemo in piazza / oppure a far la ri-colazione (L’Italia vista dal bar)
Per te solo al pensiero / io mi sentivo un uomo (L’unica)
Si muove la tenda nella stanza / e non ti sembra ci sia aria
Come mai non l’hai incontrato prima che / commettessi il grave errore di credere / che l’amore vero non esiste / e che tutto intorno a te sia triste (A un isolato da te)
A te che cerchi di capire / e che provi a respirare aria nuova / e non sai bene dove sei / e non ti importa anche se in fondo lo sai che ti manca qualcosa (Vivendo adesso)
So che prima o poi le cose cambiano / e troveremo il modo per uscire
Amare è poi un bisogno così naturale / ma tante volte ci facciamo male (Un abbraccio unico)
Tornare indietro non lo so / anche se, sto bene come sto (Sing in the rain)
Un quarto alle tre / c’è una mosca sulla lampada a led
Insieme tra sette notine / danzeremo per sempre e poi basta
Io ti sto riservando un posto tra i miei pensieri / reparto ricordi migliori (Per sempre e poi basta)
Ora che stai pensando / fermati e datti un voto
Deve restare tutto uguale / anche se uguale per me è impazzire (Ora)
M’innamorerò di te / tutti i santi giorni che / si fa la sera e torno a casa (Quando balliamo)
Il sereno si intravede già / i temporali si allontanano (Da lontano)
Con le mie mani, / sarò qui a darti forza e coraggio, / per ogni passo incerto e per ogni giorno
Ma se mai dovesse venire meno la mia forza e presenza, / tu promettimi di lasciare un posto, / un posto nel tuo cuore dove possa stare ancora io (Nel tuo sorriso)
Ma questa volta tocca a te / ad ascoltare ciò che ho da dirti ma, / non pensare che io sia uno di quelli / che vuole distrarre (In questa città)
Ma poi per la paura di conoscerci / ti dico cosa voglio / dimmi cosa vuoi (Una rigenerazione)
E poi c’è lei / che ha bisogno di più / e poi ci sei anche tu (La modernità)
Sei ogni cosa intorno / e poi non ci sei più / non ci sei / io non lo so come fai / a sbattermi così (Babilonia)
La mia generazione è a spasso / come lupi sul Gran Sasso / e c’è chi si arrende sempre più spesso / alle bastonate passo dopo passo (Le cose belle)
Mi chiedi tutto bene sei arrivata e poi mi dici / io ci sono, io ti aspetto / noi due siamo amici
Primavera lilla ubriaca in mezzo ai tigli / vivremo in una casa bianca e avremo cento figli (Nuvole che passano)
Saprai, saprai, saprai / del sole di quando ci sei / ascolta i silenzi che ho, e poi / saprai, saprai… (Saprai)
Atterrerà / sfruttando quella gravità / che schiaccia il mondo («1969»)
Io che ho fin troppe parole / e a volte resto in silenzio / adesso sono qui a scriverti / chiedendo quasi perdono / per le cose che do per scontate (Senza di te)
Non esiste cattiveria e si sta bene in strada / il mondo si è fermato in questa splendida giornata (Nu juorno buono)
Perfino quelle che presumono essere forme più nobilmente “letterarie” si rivelano non raramente d’infima qualità, se non sono addirittura ridicole.
Cresce una mela su un ramo ed io vivo
l’alba è pronta / ed io mi commuovo sempre (Lentamente, il primo che passa)
Acqua sarò / che spegnerà un momento / accanto a te viaggiando controvento (Controvento)
Tu abitavi in via dell’amore vicendevole
Tu eri laureato in danni irreversibili / che la droga provoca al cervello (Invisibili [4])
È un mantice il cielo è una strana officina / è Dio che si dimentica di fare tutto il suo lavoro (Il cielo è vuoto)
Ti porto a cena con me / il tuo passato non è invitato (Ti porto a cena con me)
Tutto è fermo in un interno, / tutto predisposto all’eterno
Poi tutto / evapora e restan le cose, polverose, poderose, / dove si nascose l’anima dei figli e delle spose (Un uomo è vivo)
Un sogno ci trasforma / e questo brivido / siamo noi / Yeahhhhhhhhh (Liberi o no)
Non ho più mani e allora torni / come se / fossi ancora qui (Tanto ci sei)
Non ha senso tenere la rabbia compressa / e stivali pesanti che possano tenermi a terra (Un uomo è un albero)
Chiedo al silenzio / quello che vuoi / ti guardo mentre vai
Il silenzio fa rumore dentro me (Un bacio crudele)
Ma adesso è tardi anche per spiegare / sarebbe come non respirare (Così lontano)
Che cosa sono stato / tra quello che ho vissuto / e quello che ho immaginato (L’unica)
Tu ed io soltanto / il fuoco e le fiamme a dire che / stiamo solo facendo sesso (Vivendo adesso)
Quel cercare quel qualcuno che diventi il senso / di questo bisogno d’amore… amore (Un abbraccio unico)
Dentro me / c’è un cane che canta per me / «Sing in the rain» (Sing in the rain)
La mia testa è come un girasole non si alza più (Per sempre e poi basta)
Vorrei svegliarmi a mezzogiorno / di una vita senza fretta (Ora)
Torna il sorriso sul mio volto ad ogni tuo respiro / ed il mio cuore è quello di un guerriero / che difende il mondo, sì, il mondo intero (Nel tuo sorriso)
Cresciuti dalla televisione / che ci ha insegnato a consumare / cose che servono esattamente / come una goccia in mezzo al mare (Le cose belle)
Le cose semplici ai vigili urbani e a noi una / città più reale (Senza di te)
Chi con troppa superficialità parla dei cantautori e delle canzoni come detentori e veicoli di una moderna forma di poesia, riveda subito il giudizio e non s’illuda di poter dare uguale prospettiva agli aedi, ai trovatori ed ai “canzonettari”.
Amato Maria Bernabei
[1] http://www.ilsussidiario.net/News/Musica-e-concerti/2014/2/18/Analisi-Il-testo-di-Il-cielo-e-vuoto-di-Cristiano-De-Andre-canzone-del-Festival-di-Sanremo-2014/466894/
[2] http://www.mentelocale.it/57150-sanremo-2014-cristiano-de-andre-invisibili-testo-pagella/
[3] Titolo di barocca memoria… “Bagnar coi soli e rasciugar coi fiumi”, di Giuseppe Artale.
[4] Caro Cristiano De Andrè, non basta essere figli d’arte per avere valore…