Rimanere imprigionati nella rete tesa per smascherare il sistema imperante delle caste, perché la verità rende schiavi! Perché certi poteri non ammettono ‘distrazioni’, perché le ‘sacre’ mura non prevedono sguardi ‘profani’.Lo scudo degli “Intoccabili”, resi tangibili da una trasmissione televisiva, si frantuma in seguito a circostanze non proprio fortuite. Un’istituzione millenaria non potrà mai confondersi con gli innumerevoli, contingenti agglomerati di potere dalla ridotta spazialità temporale, in balia di costanti forze centrifughe, fragili della loro stessa natura. Il divino non può confondersi con le diatribe umane. Sicché altro è la Chiesa, altro è lo Stato. Se non fosse per un piccolo particolare: il sovrano assoluto di quello Stato è anche il successore dell’apostolo Pietro, dunque rappresentante di Cristo in terra, guida della Chiesa universale. Come si inseriscono, o come giustificare, in questa ottica, tutte le vicende poco edificanti che in questi ultimi anni, con grande accelerazione negli ultimi tempi, stanno minando certezze, logorando riferimenti, danneggiando un’immagine già abbastanza esposta, lacerando un messaggio che dovrebbe essere distante anni luce da deflagranti lotte di quartiere? E le più alte cariche della Curia, che in definitiva sono preposte alle decisioni che contano, non sono forse ministri di Dio? Perché allora due pesi e due misure?
Così il libro di Gianluigi Nuzzi Sua Santità, reo di aver resi pubblici documenti riservati che niente hanno a che fare con il messaggio evangelico, che invece unico dovrebbe albergare nelle stanze del Sommo Pontefice, diventa vittima di un attacco senza precedenti. Per non dire delle ‘punizioni’ che si consumano all’interno dei palazzi vaticani. Non bisognerebbe porgere l’altra guancia? magari dopo aver sparso un po’ di cenere sul capo e recitato umilmente un mea culpa?
E così il programma di Gian Luigi Nuzzi “Gli intoccabili” viene rimosso dal palinsesto di La7, non potendo il giornalista milanese essere colpito in altro modo.
Che qualcuno non rimpianga segretamente l’Index librorum proibitorum?
Sandro Bernabei