Le notizie sull’imminente fine del “mondo” diventano sempre più frequenti e insistenti e le modalità secondo le quali essa dovrebbe avvenire non sono sempre coincidenti. I profeti di sciagure ci sono sempre stati, come pure le sciagure, quasi sempre, però, non profetizzate; né sono una novità le profezie sulla sventura più grave e definitiva: non dovremmo più esistere da migliaia di anni (diluvio universale), o da più di mille anni (Anno Mille), o da un ventennio (dal 1994 secondo la poco veggente veggenza di Harold Camping), o da un decennio (Anno Duemila)…
e per fortuna siamo ancora qui a sentire i “pentitevi” di turno che per sfortuna mai nessuno tsunami cancella. Il terrore dell’uomo di fronte ai concreti o possibili sconvolgimenti naturali è atavico: il tridente di Poseidóne, dio dei sommovimenti marini ed “enosìctono”, scuotitore della terra, ne è una classica espressione.
Di questi tempi le nefaste predizioni convergono da più parti: secondo San Malachia, che ci ha lasciato in eredità un motto per ogni Papa dei 111 da lui previsti, fino all’ultimo (Petrus Secundus, che però sarebbe il 112°) abbiamo poco da sorridere: siamo agli sgoccioli e sarà da tremare quando un imminente Pontefice sceglierà appunto il nome di Pietro Secondo. C’è pure chi sostiene che l’ultimo Papa potrebbe essere Benedetto XVI, essendo il motto Petrus Secundus o Petrus Romanus un’aggiunta postuma e quindi non autentica
http://it.wikipedia.org/wiki/Profezia_di_Malachia,
e dunque sarà opportuno cominciare a raccomandare l’anima a Dio… [1]
Come se non bastasse Michel de Notre-Dame, meglio conosciuto come Nostradamus, addirittura in vena di poeta, ci ha lasciato delle quartine in rima raccolte in un libro di profezie, Centuries et prophéties (1555) che versano acqua bollita sulle scottature… visto che questo principe dei profeti avrebbe già divinato con successo la Rivoluzione Francese, la bomba atomica, l’infernale figura di Adolph Hitler, il crollo dell’11 Settembre 2001; salvo considerare il fatto che le sue quartine somigliano agli oracoli della Focide (Delfi) o ai vaticini delle sibille, o addirittura ai presentimenti delle cartomanti, alle formule vaghe, insomma, che possono significare tutto e il contrario di tutto, e che quindi trovano comunque sempre riscontro (chiaroveggenza retroattiva). Se però la forza di questo divinatore fosse attendibile, allora c’è da dire che le preoccupanti ultime sette immagini del suo ultimo libro e il presunto “scritto proibito” dell’ultima pagina, fanno convergere sul 2012 (21 Dicembre) la preoccupazione della “fine”. Consulta la pagina
http://www.tarocchionline.net/reserved/fine_mondo_nostradamus.htm e il relativo filmato, tratto da You Tube all’indirizzo
http://www.youtube.com/watch?v=HxhzJD9aYuA&feature=player_embedded.
Tuttavia questi dati confliggono con le previsioni sul futuro che nel libro maggiore di Nostradamus si estendono fino al 3797, data nella quale il “mondo” dovrebbe ancora esserci. Un respiro di sollievo, ma…
Un’altra profezia è subito pronta per appannare il recuperato buon umore: quella dei Maya. La tomba ci aspetterebbe il 21 Dicembre 2012… Ahi, ahi, che coincidenza! L’ultima pagina (fosse mai la prima!) del Codice di Dresda è quanto meno allarmante. I Maya avevano un rapporto ossessivo con il tempo, tanto è vero che datavano tutto, probabilmente a causa della loro credenza sulla ciclicità, sul ripetersi periodico delle influenze e delle conseguenze attraverso la storia, e della convinzione di vivere nell’epoca successiva alla quinta creazione del mondo. Per nostra “sfortuna” pare che il Codice di Dresda, scoperto a Vienna nel 1739 e successivamente acquistato dalla biblioteca di Sassonia, a Dresda, sia l’unico dei tre Codici Maya sopravvissuto alla distruzione della conquista spagnola, che devastò la cultura del popolo del Centro America. In esso il computo del tempo si arresta esattamente alla data del 21 Dicembre 2012. Per quel giorno una terribile acqua che sgorga dai vulcani, dal Sole e dalla Luna, minaccia appunto dall’ultima pagina del codex dredsdensis l’oscurità della fine! L’immaginazione sapiente dell’uomo moderno collega questa immagine al global warming, al temuto innalzamento delle acque degli oceani o a simili fenomeni naturali, se non al quinto elemento che dovrebbe sprigionarsi dagli esperimenti dell’acceleratore di particelle (il Large Hadron Collider) che dovrebbero iniziare a Ginevra proprio nel 2012. http://mysterium.blogosfere.it/2008/05/2012-la-profezia-dei-maya-la-fine-del-mondo-secondo-lultima-pagina-del-codice-di-dresda.html.
“Secondo la setta guidata dal predicatore evangelista americano Harold Camping, il giorno del giudizio universale cadrà il prossimo 21 maggio di quest’anno. Studi matematici effettuati sulla Bibbia hanno permesso di calcolare la data. Seguita da quella della fine del mondo, il 21 ottobre sempre di quest’anno” http://it.notizie.yahoo.com/53/20110104/tod-la-bibbia-smentisce-maya-e-2012-la-f-045b8e8.html.
Potremmo fin qui pensare che tutte le supposizioni elencate appartengano al regno delle ipotesi fantastiche, ma… ci si mettono pure gli scienziati a tentare di rendere irrimediabilmente insonni le nostre notti.
È il caso del vulcano sottomarino che da un momento all’altro dovrebbe esplodere in un’eruzione capace di cancellare le terre emerse. Qualcuno azzarda che per il prossimo 21 maggio il destino dell’uomo dovrebbe compiersi, magari preannunciato dal catastrofico terremoto che dieci giorni prima dovrebbe distruggere la Capitale del Mondo. Un terribile tsunami suscitato dall’eruzione trascinerebbe sott’acqua tutte le terre emerse del pianeta Terra. Il bello (così si dice) è che il vulcano abita a quattro passi da noi, si chiama Marsili, è il più grande d’Europa, sommerso a 150 chilometri dalle coste della Campania. Il vulcano si alza dal fondale “per tremila metri e la vetta del suo cratere è a 450 metri dalla superficie del mare. La sua struttura è imponente essendo lunga 70 chilometri e larga 30. È un mostro nascosto di cui solo gli scandagli hanno rivelato il vero volto”
http://forum.chatta.it/politica/8110086/un-vulcano-sottomarino-generera-uno-tsun.aspx.
C’è da stare proprio allegri!
Dopo questa lettura auguro a tutti una buona giornata.
Amato Maria Bernabei
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[1] In persecutione extrema Sanctae Romanae Ecclesiae sedebit Petrus Romanus, qui pascet oves in multis tribulationibus; quibus transactis, civitas septicollis diruetur, et Judex tremendus iudicabit populum suum. Finis: Durante l’ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa siederà Pietro il Romano, che pascerà il gregge fra molte tribolazioni; passate queste, la città dei sette colli crollerà ed il tremendo Giudice giudicherà il suo popolo. Amen (parte conclusiva della Profezia di Malachia).
Amato come sempre con grande razionalità ed obiettività sei riuscito ad affrontare un argomento che incuriosisce tutti.
Complimenti da Antonio
Grazie, Antonio, il tuo apprezzamento mi è particolarmente gradito.
Se scoprite di essere dalla parte dei più, è il momento di una pausa per riflettere.